Nuovi servizi di cura e assistenza dedicati ai pazienti in età pediatrica

Il Polo Diagnostico Villalba di Macerata amplia la sua offerta dotandosi di nuovi servizi di cura e di assistenza dedicati ai pazienti in età pediatrica.

L'attività clinica eseguita in ambito ambulatoriale sarà volta a seguire i più piccoli tra i pazienti nel loro percorso di salute, prestando buona attenzione anche a bambini e adolescenti affetti da malattie croniche, grazie alla collaborazione con altre dotazioni dell'ospedale tra cui spiccano, a questo proposito, il laboratorio d'analisi e un centro radiologico d'eccellenza.

Ne parliamo con il medico responsabile del nuovissimo ambulatorio pediatrico il dottor Paolo Perri.

Dottor Perri, anzitutto che cosa si intende con età pediatrica?

«L’età pediatrica parte dalla nascita e arriva almeno fino ai 14 anni. A volte però si tende a spostarla più in là, in particolare quando si ha a che fare con certe patologie di tipo cronico tipiche dell’infanzia e insorte in età infantile che persistono fino a un’età maggiore, a volte anche oltre i 18 anni».

Quali sono le patologie pediatriche principali?

«Le malattie pediatriche più diffuse sono quelle respiratorie, soprattutto l’asma, ma anche le broncopneumopatie e tutte le patologie delle alte vie come le faringo-tonsilliti, le otiti e le rinosinusiti. Particolari passi avanti si sono fatti nella cura dei bambini con patologie allergiche tanto che oggi possono effettuare normale attività sportiva. Poi c’è tutto il settore del malassorbimento intestinale, con in primo piano la malattia celiaca che oggi è possibile diagnosticare e curare molto più facilmente rispetto al passato. Non mancano infine le infezioni in genere, tra cui quelle a carico delle vie urinarie, la cui prognosi, anche nel loro caso, è molto migliorata».

Vista la giovane età, si tratta per lo più di malattie congenite?

«C’è una buona componente di ereditarietà, ma non solo quella. A volte tutto dipende da una predisposizione congenita, come ad esempio nei casi citati dell’asma e delle allergie. Altre volte ci troviamo ad affrontare malattie che intervengono successivamente, anche in seguito a infezioni che possono cronicizzarsi se non trattate in modo tempestivo e adeguato».

La cura e la prevenzione relativa al Covid stanno interessando anche i bambini?

«Sempre più ci troviamo di fronte a bambini che hanno il Covid. Come sappiamo il Covid nei bambini il più delle volte non è grave, a parte i casi abbastanza rari di bambini d’età intorno ai 9 anni colpiti da Mis-C, la malattia infiammatoria sistemica da Covid che spesso richiede ricovero anche in rianimazione pediatrica. Ma cominciano a vedere sempre più situazioni del cosiddetto “Long covid” anche in età pediatrica. Cioè, i bambini che hanno avuto il Covid, magari leggero, manifestano una certa difficoltà respiratoria quando svolgono attività che prevedono sforzi, oppure problemi di concentrazione, di cefalea o di altri disturbi di vario genere legati ad altri apparati. È una situazione nuova, su cui dobbiamo impegnarci anche a livello pediatrico. Da questo punto di vista la Società Italiana di Pediatria non si è lasciata sorprendere e si è mossa in modo tempestivo fornendo aggiornamenti agli specialisti su questo tema».

Un altro aspetto legato all’attività del pediatra è quello che riguarda i disturbi dell’apprendimento

«È un problema che spesso riscontro nei miei piccoli pazienti, in genere non facile da risolvere, che va affrontato affidandolo alle cure di specialisti di neuropsichiatria infantile o di psicologi dell’età evolutiva. L’intervento del pediatra, in questo caso, come del resto in quello del deficit di attenzione è legato al momento della diagnosi, che è importante sia più precoce possibile. Un’altra patologia che interessa noi pediatri è quella dello spettro autistico, che può avere vari gradi di gravità e che anche in questo caso deve essere confermata da un neuropsichiatra infantile. Anche qui si tratta, da parte del pediatra, di verificare l’esistenza di specifici sintomi – che non sempre, nella più tenera età, sono così evidenti agli occhi dei genitori – e indirizzare i piccoli a centri specializzati, così che possano essere curati in modo precoce e più efficace».

Parlare di diagnosi precoce in relazione all’autismo vuol quindi dire che questa malattia può essere curata?

«Sì, c’è la possibilità di intervenire, ci sono centri sempre più specializzati che se ne possono occupare migliorando la qualità della vita a questi bambini e pure alla loro famiglia. Così come anche nei disturbi dell’attenzione c’è la possibilità di intervenire con trattamenti psicologici anche se a volte, nei soggetti iperattivi, si deve ricorrere pure a farmaci che si sono rilevati efficaci».

Cambiamo genere e parliamo di fisioterapia osteopatica pediatrica e di massaggio infantile. Di che cosa si tratta, nel dettaglio?

«È dimostrato che i nati prematuri trattati con osteopatia maturano prima e vengono dimessi prima. Questa è una delle situazioni su cui l’osteopatia può incidere in modo positivo, io in alcune situazioni vi ricorro. Mi è capitato ad esempio di coinvolgere l’osteopata in un caso di ostruzione del canale lacrimale, ma ce ne sono tanti altri come quelli che riguardano la plagiocefalia, cioè la conformazione anomala del cranio tipica dei bambini piccoli, o alcuni disturbi osteomuscolari. Sono favorevole a utilizzare un trattamento osteopatico, che molto spesso ha successo».

Infine, per ampliare il quadro delle mille sfaccettature dell’ambito pediatrico, che cosa possiamo dire dei laboratori musicali linguistici e psicomotori per i pazienti in età evolutiva?

«Sono difficilmente applicabili a livello di ambulatorio medico, ma sono sempre da consigliare. Credo sia molto importante stimolare e insegnare ai genitori come approcciarsi ai propri figli attraverso la lettura di libri scelti in base all’età dei piccoli. I bambini ne avranno vantaggi e migliorerà di certo anche il rapporto genitori-figli. Lo stesso vale per la musica, che ha un effetto positivo che va oltre quello del piacere dell’ascolto. Un esempio è dato dal fatto che nei reparti che ospitano i neonati prematuri molto spesso viene diffusa musica classica: in genere vengono riprodotte composizioni di Mozart che vengono considerate adatte alla crescita psicofisica di questi piccoli».

Dottor Perri, possiamo concludere che quando si tratta di bambini le soluzioni di cura sono davvero molte, e a volte non sono solo di natura clinica?

«Il pediatra ha l’importante funzione di fare da “filtro” tra il malessere del bambino, spesso difficile da identificare, i suoi genitori e la cura che lo riguarda. Da noi arrivano piccoli pazienti che sono solo “di passaggio”, perché avranno bisogno di cure prestate da altri specialisti. Il ruolo del pediatra è anche quello di coinvolgere i suoi colleghi, di fare in modo che ogni singola patologia sia curata insieme con lo specialista adatto. Per questo, per un pediatra, lavorare in una struttura come quella di Vllalba è un grande vantaggio, perché si può avvalere della collaborazione di tanti altri specialisti in grado di trattare situazioni anche di grande complessità. Perché anche in questo caso, come in molti altri, la multidisciplinarietà è fondamentale, anzi, in alcuni casi addirittura necessaria».

2022-03-24