Malattie cardiovascolari: l’ipertensione arteriosa è il primo fattore di rischio

L’ipertensione arteriosa è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

Essa infatti è presente in oltre il 60% della popolazione di età superiore ai 55 anni. E già questo è un dato molto indicativo dell’incidenza dell’ipertensione arteriosa nelle patologie legate al cuore.

Ma un’altra percentuale rende forse ancor meglio il suo livello di diffusione: ben il 25% della popolazione generale, infatti, è interessata da questo fattore di rischio.

Compresi, dunque, i bambini e la popolazione più giovane che rappresenta quella categoria di soggetti in larghissima parte non toccati da problemi cardiovascolari.

Un ultimo dato percentuale evidenzia, infine, l’aspetto di mancanza di consapevolezza nei confronti del problema, visto che un terzo dei soggetti ipertesi non sanno di esserlo. E non sapendolo, non si sottopongono neanche ad accertamenti e visite cardiologiche venendo meno proprio ad uno dei cardini della prevenzione cardiologica, ovvero effettuare i controlli e le visite periodicamente ed a prescindere dai classici campanelli di allarme (sintomi come il dolore toracico, le palpitazioni, ecc…).

Nello specifico, la pressione arteriosa andrebbe controllata almeno due volte l’anno. Si è in presenza di ipertensione arteriosa quando i valori della pressione supera 140 di massima e 90 di minima. Tuttavia già quando la minima è attorno a 70-80 e la massima attorno a 120-130 sarebbe opportuno effettuare una visita di controllo dal cardiologo.

I rischi dell’ipertensione arteriosa, d’altronde, sono assolutamente da non sottovalutare, visto che in sua presenza si innalza di molto il rischio di ictus, di infarto o di sviluppare altre malattie cardiovascolari. In ultimo, anche i reni potrebbero essere interessati da qualche danno che negli anni potrebbe portare ad una malattia renale cronica.

2022-09-30